Definizione:

L’osteoporosi è una malattia di tutto lo scheletro caratterizzata da riduzione della massa ossea con  alterazioni della struttura dell’osso e riduzione della sua resistenza. Queste caratteristiche determinano un aumento del rischio di frattura anche per traumi minimi. Sono considerate “primitive” le forme postmenopausali e senili. Le Osteoporosi “secondarie” sono quelle deterrminate da un ampio numero di malattie e farmaci.

  • Frequenza dell’Osteoporosi:

L’osteoporosi  rappresenta  una malattia  di  rilevanza sociale. La sua incidenza aumenta con l’età sino ad interessare la maggior parte della popolazione oltre l’ottava decade di vita. Si stima che ci siano oggi, in Italia, circa 3,5 milioni di donne ed 1 milione di uomini affetti da osteoporosi.

  • Come si fa la diagnosi:

La densitometria ossea a raggi X , conosciuta anche con l’acronimo di MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata), rappresenta  il  test diagnostico di osteoporosi e di rischio di frattura come la misurazione della pressione arteriosa serve per diagnosticare la presenza di ipertensione e quindi il rischio di ictus.

Va tuttavia ricordato che si tratta solo di una diagnosi strumentale che può tradursi in diagnosi clinica solo dopo una valutazione medica complessiva

  • E’ meglio fare la MOC a raggi X (a doppio raggio X) o l’ Ultrasuonografia Ossea Quantitativa  (QUS) ?:

La  MOC a raggi X (DXA: tecnica a doppio raggio X ) è da considerarsi la tecnica di elezione nella valutazione della massa ossea e, quindi, nella diagnosi di osteoporosi..

I siti più frequentemente misurati sono la colonna lombare, il femore prossimale, ed il “total body”.

La valutazione densitometrica “total body” non è consigliabile perchè non ha ancora sufficienti documentazioni in termini di predittività del rischio di frattura.

Oltre alla DXA sono disponibili altre due  tecniche di valutazione  della massa  ossea:  l’Ultrasuonografia Ossea Quantitativa  (QUS)  e la Tomografia Computerizzata Quantitativa (QCT)

La QUS è misurata prevalentemente in due siti, le falangi ed il calcagno; ed  è particolarmente utile quando non è possibile una valutazione DXA lombare o femorale, ed è raccomandata per indagini di screenings di primo impiego, considerandone i costi relativamente bassi e la totale assenza di radiazioni.

Risultati discordanti tra la valutazione ultrasonografica e quella DXA non sono infrequenti e non indicano necessariamente un errore, quanto piuttosto che i parametri QUS sono predittori indipendenti del rischio di frattura.

La QCT non ha ancora suf?cienti documentazioni  in  terminidi predittività del rischio di frattura perciò il suo utilizzo diagnostico non è giustificato.

  • Quando fare la MOC :

Questa indagine è ritenuta utile nelle donne oltre i 65 anni. Nei maschi e nelle donne di età inferiore l’indagine può essere di utilità solo in presenza di determinati fattori di rischio o condizioni come: menopausa precoce  (prima dei 45 anni), magrezza (<57kg), tabagismo, uso di farmaci come il cortisone,  malattie potenzialmente in grado di provocare osteoporosi (ad es. L’Artrite Reumatoide o altre malattie reumatiche o endocrinologiche). 

  • Che disturbi da  l’osteoporosi?:

L’Osteoporosi generalmente non da alcun disturbo, contrariamente all’opinione più diffusa. Il dolore puuò essere determinato solo dalle sue complicazioni: le fratture di vari distretti scheletrici (vertebre, collo femorale, polsi, coste, bacino),  dovute a traumi accidentali come le cadute e dalla ridotta resistenza delle ossa.

  • Quando iniziare la terapia con farmaci :

La soglia diagnostica con la MOC  non coincide con la soglia terapeutica poiché altri fattori scheletrici  ed  extrascheletrici,  condizionano  il  rischio di  frattura del singolo soggetto e, quindi,  la decisione di intraprendere o meno un trattamento con farmaci. In altri termini la decisione di iniziare la terapia medica  non è condizionata solo dall’esito della MOC.

Osteoporosi e attività fisica

L’attività fisica, insieme a una corretta alimentazione, è una delle armi più importanti per prevenire e combattere l’osteoporosi.
Effetti dell’attività fisica:

  • Aumenta la densità minerale ossea
    Il ruolo dell’attività fisica nella prevenzione e nel trattamento dell’osteoporosi è duplice. Numerosi studi hanno dimostrato che  una corretta e costante attività fisica riesce a mantenere dei valori di densità minerale ossea più elevati rispetto alle persone sedentarie. Le continue contrazioni muscolari e le sollecitazioni dei tendini  riescono ad incrementare i meccanismi di stimolo per l’aumento della densità dell’osso. . Quindi, l’attività fisica, aumentando i valori di densità ossea, può costituire una valida arma, unitamente a una corretta alimentazione e ai farmaci, per combattere l’osteoporosi. La raccomandazione di svolgere un minimo di attività fisica (camminare>30 minuti al dì) svolge un effetto positivo aumentando la destrezza e riducendo il rischio di caduta..
  • Diminuisce il rischio di fratture
    Esiste poi una seconda importante conseguenza positiva dell’attività fisica nella prevenzione e nel trattamento dell’osteoporosi. Gli anziani diventano tendenzialmente sedentari e perdono sia la forza muscolare che la destrezza. Questi fattori aumentano il rischio di cadute e quindi di fratture. Un’attività fisica costante, come camminare, aumenta la reattività muscolare, mantiene efficienti i riflessi e migliora il senso dell’equilibrio, riducendo in modo sensibile il rischio di fratture.

Tipologia di esercizio fisico

Qualunque tipo di esercizio fisico praticato in modo continuativo (almeno due volte alla settimana) funge da arma di prevenzione  È però indispensabile che si tratti di un esercizio attivo, dove cioè il muscolo ha una contrazione attiva e viene sollecitato meccanicamente.
Quando invece il paziente soffre già di osteoporosi, l’attività fisica dovrà essere cauta, sia come intensità di esercizio che come durata. In questo caso devono essere evitati gli sport che potrebbero causare traumi o  sovraccaricare le strutture, come la pesistica, il tennis, i salti o la corsa.Schematizzando possiamo consigliare, nelle persone sane, un’attività fisica differenziata per età:

Nell’età evolutiva e negli adolescenti: attività sportiva regolare, preferibilmente in carico e con un impatto importante (atletica leggera, pallavolo, calcio, sport di combattimento, basket, ecc…)‏Nella donna in premenopausa: attività regolare in palestre (step, aerobica, danza, ecc…)‏Nell’anziano non osteoporotico: attività collettive come il ballo, o altre attività quotidiane come le passeggiate.

La prevenzione dell’osteoporosi

La prevenzione si deve basare su provvedimenti di igiene di vita ed in primo luogo  eliminazione del fumo, attività fisica, correzione dell’apporto di calcio e vitamina D.   L’utilizzo di farmaci per la prevenzione dell’osteoporosi non è quasi mai giustificata con l’eccezione dell’uso cronico del cortisone.

Importanza dell’alimentazione

L’alimentazione bilanciata con il supplemento di alcuni cibi assicura un apporto sufficiente  di calcio (tre spuntini al giorno con latte o latticini es. un bicchiere di latte, uno yogurt o 30 g. di formaggio stagionato.

Quindi, l’eventuale supplementazione con dosi di calcio dovrà essere commisurata al grado di carenza alimentare.

Il calcio è consigliato alle dosi di 1000-1500 mg. ad  integrazione alimentare della dieta nei soggetti anziani (in assenza di condizioni a rischio di ipercalcemia: insufficienza renale, iperparatiroidismo primitivo, ecc…).

Dott. Roberto Tozzi
Dott.ssa Rosa Midolo

 

Riferimenti bibliografici:

  • Linee guida per la diagnosi, prevenzione e terapia dell’osteoporosi – pubblicate su “Reumatismo”, Giornale Ufficiaale della  Società Italiana di Reumatologia – 2009 Vol. 61, suppl.X
  • Giornale Italiano di Medicina Riabilitativa – Novembere 2006